Chernobyl Souvenir
2 Maggio 2019

«E adesso? Cosa mangeranno le galline?».

«Se lo chiede mia nonna davanti alla capanna. Con il suo immancabile fazzoletto in testa legato sotto il mento come le vecchie contadine, ne parla con mia madre. Hanno un’aria preoccupata e questo le rende insolitamente complici. Una stranezza che colgo anch’io che non ho neanche dieci anni. Siamo a Corinaldo e questo è il primo ricordo che ho di Chernobyl. Mia sorella ed io, bambine di città nate a Senigallia, lì in campagna nel paese natale di mio padre potevamo finalmente ruzzolare tra l’erba. Poi all’improvviso, una domenica di primavera, fine dei giochi: quella era solo una delle manifestazioni visibili di come quel disastro nucleare datato 26 aprile 1986 si stava riflettendo anche sulla vita quotidiana di persone come noi, che vivevamo in una piccola provincia d’Italia.
Mai nella mia vita avrei pensato di visitare Chernobyl».

Chernobyl Souvenir è il racconto di un tour sui luoghi del disastro nucleare del 26 aprile 1986. Un punto di vista personale che diventa un viaggio nella memoria collettiva legata un avvenimento che ha colpito tutti nella vita di tutti i giorni segnandone l’immaginario. Quella visita datata maggio 2017 è diventata un piccolo libro autoprodotto dove vengono descritte con le parole di Giorgia Olivieri e gli scatti di Guido Calamosca le sensazioni provate calpestando il terreno del luogo più contaminato del pianeta diventato nel frattempo una meta turistica molto frequentata.
Il progetto ha partecipato nell’aprile del 2019 alla Primavera Fotografica di Ostra (AN) mentre a ottobre dello stesso anno ZOO ha ospitato la mostra nei suoi spazi di Strada Maggiore 50/a a Bologna nell’ambito del Terra di Tutti Film Festival.

Per sfogliare Chernobyl Souvenir ecco il link dove potrete trovare, oltre al volumetto autoprodotto, anche la playlist con i grandi successi della settimana prima, della settimana stessa e quella successiva il 26 aprile 1986.